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il territorio

1913 - ANCHE ALLORA SALIVANO AL COP DI BREGUZZO...


A fine diciannovesimo secolo le cime della val Breguzzo aquistarono interesse anche per i pionieri dell’alpinismo. Fu salita la cima più alta e impegnativa alpinisticamente : il Cop di Breguzzo, mentre a inizio ventesimo secolo furono conquistate anche le meno svettanti (vedi il Corno di Trivena salito nell’agosto 1904).

Trivena è una Conca alla testata della Val Breguzzo a quota 1650m. E’ un toponimo la cui origine ha due possibili interpretazioni: Tre vene d’acqua – Tre conformazioni geologiche.

Comunque si voglia interpretare, il territorio in Conca Trivena si presta ad entrambi le interpretazioni.

 

La sua posizione, la quota, il territorio circostante fino a quote elevate, hanno determinato già nel diciannovesimo secolo lo sfruttamento a pascolo per allevamenti di bovini e greggi ovini che in estate venivano condotti all’alpeggio. Scarso lo sfruttamento boschivo, caratterizzato per lo più da larici secolari.

 

LA GRANDE GUERRA ...

All’avvicinarsi dei tragici eventi della Grande Guerra, la testata della Val Breguzzo divenne parte del fronte occidentale dell’Impero Austroungarico. Nella sala del Rifugio una foto del 1913 testimonia una fase del sopralluogo alla Cima Cop di Breguzzo con Massimo Bonazza a guida del gruppo.

LA CACCIA ...

Interessante e ambìto territorio di caccia, soprattutto nella parte alta lungo tutto l’anfiteatro dei “Crepèr”. Un capitolo intero andrebbe riservato ad un Valligiano di Breguzzo che ha sempre abitato in un maso sito a metà strada tra Breguzzo e Tione adagiato su lunghi prati gradonati e pianeggianti del versante sud della valle. Massimo Bonazza, classe 1874, contadino di origine, intelligente osservatore e scopritore delle possibilità offerte dal suo territorio di residenza. Fu lui infatti a promuovere ed ottenere dagli amministratori Austroungarici la creazione di una vasta area in Val di Breguzzo da adibire a Riserva di caccia, della quale divenne custode.

Fu importato il capriolo e venne costruita una baita denominata “Rifugio Acquaforta” poco distante dall’attuale parcheggio di Ponte Pianone. Veniva usata dagli Ufficiali Austroungarici come base per le battute di caccia soprattutto al camoscio, che accompagnati dal Guardacaccia Massimo, si spingevano fino a Trivena e lungoi pendii erbosi sotto i Crepèr.

LA CAVA DI MARMO SACCAROIDE  ....

Durante la Grande Guerra Trivena acquistò maggior valore. Importante punto intermedio della teleferica per il rifornimento del fronte e prima estrazione del bianco marmo saccaroide. A Padre Barcata, il Frate artista arruolato con le truppe Austiache, fu commissionato il progetto del Cimitero Monumentale di Bondo. Fece tagliare i primi blocchi di marmo, che usò per le sue stupende sculture, alla Conca Trivena. Negli anni venti ad opera di certo Dorna, impresario edile Rendenese, fu trasformato il sentiero di accesso a Malga Trivena in rotabile stretta ed impervia. Lungo quella strada furono trasportati su pali di larice trainati da buoi, i blocchi di marmo bianco durante il pur breve periodo dell’attività estrattiva. A Trento in piazza Venezia, fa bella mostra di se il marmo di Trivena che ricopre interamente il palazzo della Repubblica costruito nell’epoca del Fascio. Purtroppo di questa periodo estrattivo non esistono documentazioni fatografiche. Esistono invece fotografie della prima baita Trivena costruita negli anni trenta ad opera del concessionario della Riserva di caccia

La presenza dell'orso in Val Breguzzo

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